Prosegue inesorabile il calo delle vendite di quotidiani, che nel 2022 ha coinvolto anche le copie digitali. Un chiaro segnale, quest’ultimo, per editori e Governo: la transizione dal cartaceo al web di cui si parla da tempo si sta rivelando un processo più difficoltoso e lungo del previsto.
Come emerge dai dati dell’ultimo Osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom, l’anno scorso le vendite di quotidiani cartacei si sono attestate su una media giornaliera di 1,33 milioni, con un ulteriore decremento di quasi il 10% (-9,9%) rispetto al dato di 1,48 milioni di copie del 2021.
Dal 2018, anno in cui le vendite giornaliere erano in media poco sopra i 2 milioni giornalieri, il calo è stato del 36,4%. In pratica, in cinque anni le vendite di quotidiani cartacei si sono ridotte di circa un terzo: circostanza che ha contribuito in maniera considerevole all’impoverimento reddituale delle edicole e alla conseguente decisione di molte edicole di chiudere definitivamente i battenti.
Copie digitali a passo di gambero
A sorpresa, il 2022 ha consacrato anche la frenata dei quotidiani sfogliabili online. Sono state 210 mila in media le vendite di copie digitali giornaliere, il 6% in meno rispetto al 2021. In questo caso, però, il bilancio degli ultimi cinque anni resta positivo con un incremento complessivo del 12,5% rispetto al 2018, quando le copie erano pari a circa 190 mila unità giornaliere.
La copia digitale fatica dunque a sfondare, e questo nonostante gli abbonamenti a forte sconto messi in campo dagli editori per attrarre nuovi abbonati e nuovi lettori. E nonostante le difficoltà oggettive imposte dagli editori a coloro che intendono cancellare il proprio abbonamento.
Nel complesso, considerando sia le copie cartacee che quelle digitali, il 2022 è terminato in media con vendite giornaliere per 1,54 milioni di copie di quotidiani, il 9,4% in meno rispetto al corrispondente valore del 2021 e il 32,4% in meno rispetto ai corrispondenti livelli di vendita del 2018.
Quotidiani locali calano più di quelli nazionali
Altra novità emersa dai dati del 2022 è la flessione delle vendite di quotidiani locali più accentuata rispetto a quella dei quotidiani nazionali.
La stampa locale resta molto importante nel nostro Paese e dal 2020 in poi, ossia dall’avvento del Covid, le copie vendute superano, anche se di poco, quelle dei quotidiani nazionali.
L’anno scorso, però, le copie di quotidiani locali hanno segnato una battuta d’arresto del 9,8% rispetto al 2021 superiore in raffronto al calo dell’8,9% dei quotidiani nazionali.
Per quanto riguarda però l’intero periodo analizzato da Agcom (2018-2022), le vendite dei quotidiani nazionali si sono ridotte in misura superiore a quanto osservabile per quelli a diffusione locale: -35,7% contro -29,1%.
Le testate sportive resistono meglio
Tra i vari generi considerati da Agcom, nel 2022 le testate nazionali sportive sono quelle che presentano il calo minore di vendite di copie cartacee (grazie anche ai mondiali di calcio e agli altri importanti eventi sportivi): -2,9% rispetto all’anno precedente, contro il -11,9% dei quotidiani economici.
Per quanto riguarda invece i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, L’Avvenire e Il Messaggero), lo scorso anno la flessione di copie cartacee è stata pari all’11,1% rispetto al 2021, mentre la flessione di copie in formato digitale è stata pari al 7,9%.
Appare inoltre opportuno osservare - precisa Agcom - come la distribuzione delle vendite di copie digitali appaia maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: le prime cinque testate del segmento digitale rappresentano il 59,4% delle copie complessivamente vendute nel 2022, mentre il corrispondente valore per la versione cartacea scende al 34,3%.
Gedi resta il principale gruppo editoriale
Relativamente al campione preso in considerazione da ADS-Accertamenti Diffusione Stampa, l’analisi di Agcom per gruppo editoriale vede, in termini di copie complessivamente vendute da inizio anno, GEDI quale principale gruppo editoriale (20,2%) grazie alle sue 11 testate tra cui La Repubblica e La Stampa, nonostante la flessione del 15,3% delle vendite sia stata la più marcata tra i diversi operatori presi in considerazione.
Al secondo posto si conferma Cairo/RCS (18,0%) che include Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport, seguita da Caltagirone Editore (Il Messaggero, Il Mattino e altre tre testate) e Monrif Group (Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con l’8,8 e l’8,2%. A distanza, Gruppo 24 Ore ( 4,7%) e Gruppo Amodei (4,2%).