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Stati Generali dell’Informazione in Lombardia - Più incentivi per le edicole e meno burocrazia

25 Settembre 2024

I fattori di crisi per le edicole e gli interventi più urgenti che la Pubblica Amministrazione può mettere in atto per sostenerle: se ne è discusso nel workshop ospitato a Milano, a Palazzo Pirelli, nell’ambito degli Stati Generali dell’Informazione in Lombardia, tre giorni di incontri, in programma il 23, 24 e 26 settembre, per fare il punto sul futuro dell’industria dei media regionali - tv, radio, web, editoria cartacea, agenzie di stampa, edicole e distribuzione - organizzata da Corecom in collaborazione con l’Istituto di ricerca PoliS-Lombardia.

Proposte e spunti emersi durante i lavori saranno elaborati dal Corecom e illustrati al pubblico in una successiva conferenza stampa. “Se Istituzioni e media saranno in grado di inquadrare insieme gli obiettivi su cui concentrare le politiche dei prossimi anni, sarà possibile costruire, partendo dalle idee di ciascuno, un approccio all’informazione sempre più autentico e di qualità, che tenga conto degli interessi di operatori e utenti”, come spiega Cesare Gariboldi, Presidente del Corecom Lombardia, sottolineando “quanto il ruolo dell’informazione sia in netto cambiamento rispetto al passato, grazie anche all’avvento di tecnologie che affermano un nuovo modo di utilizzare i media, che oggi è sempre più parcellizzato e individuale”.

I quotidiani locali primi per diffusione in ogni provincia

Come emerge dalla tabella elaborata dal Corecom Lombardia su dati ADS, il quotidiano locale è quasi sempre il primo delle vendite in ogni provincia della Lombardia, talvolta con un numero di copie quadruplo rispetto al secondo quotidiano, che spesso è il Corriere della Sera.

Varese e Lodi non compaiono nella tabella in quanto i loro quotidiani locali non sono rilevati da ADS ma sia la Prealpina di Varese che il Cittadino di Lodi sono i primi per copie della provincia, precisa l’analisi del Corecom Lombardia.

Negli ultimi 15 anni le vendite dei quotidiani sono calate in modo consistente. Alcune testate hanno perso addirittura i tre quarti della diffusione ma generalmente le testate locali hanno tenuto meglio di quelle nazionali, anche perché i mercati dell’informazione locale sono stati investiti dalla concorrenza delle piattaforme solo più recentemente.

Meno tasse e più incentivi per sostenere le edicole

Entrando nel vivo della discussione sul futuro delle edicole in Lombardia, Gabriele Soprani, responsabile diffusione per La Libertà di Piacenza, testata che viene distribuita anche nel basso lodigiano, ha sottolineato che la chiusura delle edicole rappresenta un grave problema per gli editori locali in quanto comporta una perdita di copie che difficilmente viene recuperata da altre rivendite, se non in minima parte.

Troppa burocrazia e aumento dei costi sono tra i fattori che penalizzano maggiormente la rete di vendita della carta stampata. Nel tentativo di andare incontro alla categoria, La Libertà propone ai suoi lettori abbonamenti con consegna in edicola e agli edicolanti accordi come quello con la società Caffè Musetti per la vendita di cialde in edicola. Alle Istituzioni si chiede di dare attuazione a quanto contenuto nel Protocollo d’intesa siglato da Comuni (ANCI), editori (FIEG) e associazioni di categoria degli edicolanti attraverso una riduzione delle tasse locali e incentivi per lo sviluppo di servizi per il cittadino.

Serve una normativa più elastica e più semplice

Stesse considerazioni sono arrivate anche da Alberto Camadini, responsabile diffusione presso Il Giornale di Brescia. Le edicole chiudono per costi più alti e ricavi più bassi e alla chiusura di un’edicola che vendeva 100 copie, ammesso che si riesca a convincere qualche esercizio commerciale di altro tipo a sobbarcarsi la vendita dei giornali, al massimo si riesce a riassorbe tra il 30% e il 40% delle copie. Anche Il Giornale di Brescia propone abbonamenti in edicola per i lettori, pur nella consapevolezza che il modello di edicola tradizionale non funziona più e serve un modello di business diverso che consenta alle rivendite di offrire altri beni e servizi.

Quello che può fare Regione Lombardia è un alleggerimento degli aspetti burocratici oltre a sensibilizzare i Comuni sul fatto che le edicole non sono solo punti vendita commerciali ma un presidio del territorio, centri di servizi, oltre che garanti dell’informazione. Sarebbe dunque auspicabile una semplificazione normativa e una presa di coscienza che i regolamenti comunali, almeno a Brescia, sono troppo stringenti.

Incentivare la lettura dei giornali e i servizi in edicola 

Paola Milani, edicolante di Varese, presente in rappresentanza degli edicolanti che si riconoscono nel Gruppo NON, sottolinea le tante problematiche con le quali la categoria si confronta quotidianamente: un aggio fisso inferiore al 19% immutato dal 2005, anno a cui risale la firma dell’accordo con la FIEG; le difficoltà ad avere un numero congruo di copie di prodotto altovendente mentre abbondano i prodotti rieticchettati; le condizioni di pagamento capestro che fanno delle edicole l’unica categoria a dover saldare settimanalmente i conti con i fornitori, ossia i distributori, i quali in caso di ritardi applicano, in alcun casi, costi aggiuntivi arbitrari; la concorrenza che le edicole subiscono da parte degli editori che propongono lo stesso prodotto in abbonamento postale con forti sconti, anche superiori al 50% del prezzo di copertina tagliando fuori l’edicola.

Tra gli interventi suggeriti al Corecom ci sono aiuti economici per rinnovare i chioschi; sconti sul suolo pubblico; incrementare la lettura dei giornali, magari portando i quotidiani nelle scuole; introdurre più servizi nelle edicole, a patto che siano redditizi; incentivare l’apertura di punti vendita in aree scoperte; inserire un credito d’imposta strutturale e introdurre il lavoro dell’edicolante tra quelli usuranti, tenuto conto che lavora sette giorni su sette e inizia la propria attività all’alba; introdurre un correttivo sulle commissioni bancarie in caso di pagamenti digitali. Agli Editori si chiede invece un aumento dell’aggio e la rimozione degli abbonamenti postali.

Non sono le edicole ad essere in crisi, ma l'editoria

Partendo dall’esempio virtuoso di Milano, nel suo intervento Alessandro Rosa, Presidente di SNAG Confcommercio Milano, unica sigla sindacale presente al tavolo del Corecom, ha offerto una visione meno pessimista sul futuro delle edicole, nella convinzione che se si lavora su progettualità e visioni si ottengono risultati e si realizza un progetto politico.

Il punto di partenza è che ad essere in crisi è l’editoria, non le edicole. Se un prodotto editoriale non funziona, la colpa non è della rete di vendita ma del prodotto. Una volta i quotidiani erano un brand e devono tornare ad esserlo. Non tutta l’editoria è in crisi, i quotidiani sono una piccola parte delle oltre 3.400 testate presenti sul mercato. Il mondo delle figurine, ad esempio, non conosce crisi. Il problema è che l’edicola è nata per vendere pochi titoli in maniera massiva mentre oggi ci sono moltissimi prodotti che arrivano in edicola e la maggior parte crea lavoro ma non genera guadagno.

La carta stampata è una nicchia della cultura da promuovere

Ci saranno sempre persone che leggono i giornali cartacei e pertanto la stampa deve essere considerata come una nicchia della cultura da promuovere, al pari del cinema o delle mostre. Da qualche tempo questo a Milano trova realizzazione attraverso eventi in edicola come quello, recentissimo, che ha coinvolto il rapper Lazza e la casa editrice SPREA Editori, eventi che possono essere traslati anche in periferia o in provincia.

In base alla normativa della Regione Lombardia, le edicole possono vendere fino al 49% di prodotti non editoriali e possono offrire qualsiasi servizio, perfino riparare computer e telefonini. Ci sono imprenditori che comprano edicole puntando sull’attività commerciale extra editoriale, una tendenza confermata dai numerosi subentri che si sono registrati a Milano nell’ultimo anno e mezzo. La collaborazione con il Comune si è rafforzata grazie al recente rinnovo del protocollo d’intesa, siglato anche dalla Fieg: attraverso la rete di 140 totem, le edicole faranno, tra le altre tante cose, un servizio di vigilanza per il Comune e saranno dotate di defibrillatori.

Oltre il 70% delle edicole milanesi sono chioschi e sono aperte per più di 12 ore al giorno, spesso 7 giorni su 7, hanno un assortimento che include ...
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