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Barachini rassicura: la stampa va protetta e la pirateria dei giornali va fermata

16 Ottobre 2024

“Ladri di giornali” è il titolo emblematico di un articolo che lunedì 14 ottobre Il Giornale ha deciso di pubblicare in prima pagina per denunciare il “furto gigantesco e ripetuto che per qualche strano motivo nessuno sembra vedere” di giornali.

Furti di quotidiani: una pratica diventata quasi scontata

Migliaia di quotidiani ogni mattina vengono elargiti gratuitamente come fosse “una pratica considerata legittima e da perpetuare senza vergogna” e i primi a praticare con disinvoltura questa pratica sono proprio, si legge nell’articolo firmato da Francesco Boezi, “onorevoli e senatori della Repubblica Italiana e poi ministri e portaborse”.

Mentre esistono strumenti e sono state messe in campo strategie per tutelare i fenomeni di pirateria che interessano la musica, gli eventi sportivi e il cinema, i giornali sembrano essere rimasti senza alcuna tutela. Non parliamo delle rassegne stampa, che sono sempre esistite, ma di un vero e proprio accesso illimitato alle versioni integrali dei principali quotidiani.

Telegram sul banco degli imputati

Sul banco degli imputati c’è anche Telegram, dove si registrano gruppi che ogni giorno offrono la versione integrale di numerosi giornali, scaricati da decine di migliaia di persone che a questo punto non hanno alcuna necessità di andare in edicola ad acquistare un quotidiano per informarsi. E neppure di fare un abbonamento alla copia digitale.

Già nel 2022 la Fieg aveva chiesto a gran voce di prendere provvedimento contro Telegram per porre fine alla pratica di diffondere gratuitamente le copie dei quotidiani.

Le conseguenze: 350 milioni di euro i danni stimati per le imprese editrici

Una pratica a cui va posta fine al più presto in quanto questa pratica “distrugge il lavoro delle redazioni” e, soprattutto, manda in rosso i già traballanti bilanci degli editori.

Ricorda l’articolo de “Il Giornale” che nel 2022 il Nucleo Frodi della Guardia di Finanza di roma aveva accertato che ben 430 mila utenti di smartphone e tablet “rubavano” ogni giorno altrettante copie di quotidiani stimando in 350 milioni di euro all’anno i danni provocati alle case editrici.

"Così muore una democrazia"

"Tanti addirittura si vantano di leggere i quotidiani senza pagare e invitano gli amici degli amici ad approfittarne" e la conclusione - scivono Alessandro Sallusti e Vittorio Macioce nell'editoriale dal titolo "Così muore una democrazia", è che l'attività di leggere i quotidiani senza pagarli non sia solo un semplice furto "ma una sorta di associazione a delinquere senza sosta".

Eppure, scambiarsi i giornali via Telegram o Whatsapp "è come svaligiare l'edicola, anzi peggio, perchè il furto è esponenziale" si legge nell'editoriale che incolpa anche "la radicata convinzione che l'informazione senza carta sia gratis". "L'ipocrisia è parlare del ruolo fondamentale della stampa e poi dissanguarla con milioni di parassiti. Ecco, davverso, come muore una democrazia".

Barachini: “L’informazione va sostenuta e va pagata”

Il sottosegretario di Stato con deleghe all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, assicura però cha la stampa va tutelata e che il Governo combatterà anche questa pirateria.

“Chiunque a qualunque titolo continui illegalmente a distribuire prodotti editoriali che hanno un costo di realizzazione elevato non solo compie azioni illegali, ma contribuisce a deprimere un segmento fondamentale della democrazia, difeso dai principi costituzionali. L’informazione va sostenuta e va pagata”, ha dichiarato Barachini in un’intervista pubblicata da Il Giornale lo stesso giorno di pubblicazione dell’articolo “Ladri di giornali”.

Chi dà le proprie password viola la legge

Barachini osserva che “l’Autorità competente in materia è l’Agcom che può intervenire solo su segnalazione” e che “nell’ultimo anno l’80% circa delle istanze sono arrivate dal mondo audiovisivo e solo una piccolissima parte dal mondo editoriale”.

In ogni caso il Capo del Dipartimento dell’Editoria precisa nell’intervista che “cedere le proprie password personali a chiunque è un atto pericoloso per sé e per la sicurezza informatica di interi settori, oltre ad essere un’azione criminale, perché in tutti gli ambiti protetti dal diritto d’autore viola la legge e svilisce il valore finale di un lavoro creativo, impegnativo e pieno di responsabilità”.

Bisogna proteggere il diritto d’autore

Per questo motivo, aggiunge Barachini, “è fondamentale fermare questa deriva. Se vogliamo sconfiggere davvero la pirateria, oltre ad azioni mirate e a campagne istituzionali già in atto, dobbiamo partire dalla responsabilità individuale di tutti e dalla consapevolezza che anche questi comportamenti aiutano la criminalità digitale”.

Osserva inoltre che c'è anche un problema di maggiore tutela del diritto d’autore. “Le norme sul copyright esistono, ma vanno difese insieme, dalle istituzioni e dagli editori”, ha detto Barachini precisando che “il governo con il Ddl sull’AI ha proposto di rafforzarle aggiornandole ai processi tecnologici in armonia con i regolamenti europei”.

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