Nella legge di Bilancio 2025 non c’è traccia di aiuti per l’editoria. Sono stati stanziati soldi per il sostegno del cinema e degli spettacoli dal vivo, per i teatri, la danza e i circhi ma nulla per l’informazione, nonostante l’importanza che essa ricopre per la tenuta democratica del Paese e in un’epoca contrassegnata dal dilagare di fake news e deep fake.
Le speranze legate all’approvazione di due emendamenti
Non è ancora tutto perduto. Al momento le speranze del settore sono riposte nell’approvazione di due emendamenti depositati nei giorni scorsi, uno presentato da Forza Italia che prevede aiuti per un valore di 136,6 milioni e uno presentato dal Pd che include sostegni per un ammontare pari a 145,6 milioni.
Si tratta di briciole se paragonate allo stanziamento di poco più di 1 miliardo a sostegno del cinema e degli spettacoli dal vivo (enti lirici, musica, teatro, danza e circhi), ribattono gli editori della Fieg. Ancora più delusi per il fatto che, ammesso che gli emendamenti vengano approvati, i pochi fondi in arrivo dovranno essere ripartiti tra tutta la filiera.
Solo spiccioli. 140 milioni per tutta la filiera
Dando per certo il via libera agli emendamenti, i fondi in arrivo andranno ripartiti tra carta stampata, digitale, radio e tv e dovranno bastare per “garantire un'offerta di informazione di qualità, cartacea e online, con un contributo rapportato alle copie vendute e agli utenti dei siti di informazione professionale”.
Pochi spiccioli, quindi, con i quali gli editori dovranno “incentivare gli investimenti orientati all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale” oltre a sostenere finanziariamente “la rete di vendita e di distribuzione della stampa”, specie “nei piccoli comuni e nelle aree sprovviste di edicole”.
All’informazione solo un settimo di quanto viene dato al cinema
I 140 milioni che potrebbero arrivare all'editoria rappresentano un settimo di quanto si dà al cinema, alla lirica, alla danza e ai circhi, che supera nel complesso un miliardo di euro, ed è poco più di un millesimo dei 123 miliardi spesi per il Superbonus, osservano ancora gli editori.
Eppure, sottolinea la Fieg in una nota affidata all’Adnkronos, "il sostegno all’editoria giornalistica è un sostegno al pluralismo, valore fondante del funzionamento della democrazia" e "la stampa con la sua offerta di informazione autorevole, attendibile e verificata è presidio essenziale alla libertà e pilastro della vita democratica. Per garantire tale ruolo - concludono gli editori - le imprese che operano nell’informazione cartacea e nella Rete devono avere risorse adeguate”. Che, al momento, non appaiono tali.
Eppure dal Governo erano arrivate rassicurazioni
In occasione del convegno Editoria e media nell’era digitale. Riflessioni sul futuro a 20 anni dalla Legge Gasparri che si è svolto il 28 novembre scorso in Senato, il Sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, ha ribadito il sostegno del Governo al settore dell'editoria attraverso l'arrivo di nuovi fondi e di nuovi interventi di tutela, volti anche a preservare il sistema editoriale nazionale dalla concorrenza degli over the top, ossia dei colossi del web.
Mentre gli Editori attendono risposte anche sulla web tax
A tradire il settore dell’editoria anche la decisione del Governo di estendere la web tax, pensata in origine per contrastare il predominio dei big del web, a tutte le imprese attive nei servizi digitali l’imposta del 3%.
Una norma fortemente contrastata dalla Fieg che ha auspicato "un intervento correttivo del Parlamento che eviti la beffa di una nuova tassazione sulle imprese italiane del settore, le stesse imprese che si intendeva tutelare e salvaguardare”.