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Fondo straordinario 2023, Barachini conferma le risorse per le edicole

04 Luglio 2023

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, ha incontrato ieri i rappresentanti della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), della Federazione italiana editori giornali (Fieg) e di Confindustria Radio Tv (Crtv) ai quali ha illustrato la ripartizione del Fondo Straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria 2023, che prevede lo stanziamento di 140 milioni di euro, dopo i 90 milioni stanziati nel 2022.

“A sostegno del difficile momento del comparto - si legge in una nota - il Governo ha inteso confermare per il 2023 i contributi per le edicole e incrementare quelli per le assunzioni, l’innovazione e le copie cartacee. Il sottosegretario Barachini ha, infine, assicurato la piena vicinanza al settore nel prosieguo dell’attività dell’esecutivo nell’ottica di un costante sostegno al mondo dell’editoria e dell’informazione”.

Sostegni alle edicole che fanno servizi

In un’intervista apparsa sul Sole 24 Ore, Barachini assicura che “il Fondo straordinario sarà alla mia firma entro pochi giorni” sottolineando che nonostante le risorse siano ingenti, “non so se sufficienti per rispondere a tutte le esigenze del settore editoriale in un momento come questo. Ma abbiamo voluto fare uno sforzo, importante, per dare sostegno alle realtà che dovranno essere in grado di poter stare sul mercato dopo aver ricevuto risorse e interventi”.

Come l’anno scorso sarà riservato un sostegno anche alle edicole “ma con alcune modifiche. Chiediamo loro - afferma Barachini nell’intervista al Sole 24Ore - di tenere punti vendita attivi la domenica, moltiplicare la distribuzione dei quotidiani in zone come ospedali o scuole e diamo maggiori incentivi alle edicole che restano aperte nelle aree prive di servizi. In questo caso a disposizione ci sono 10 milioni con contributo unitario di 2mila euro che sale a 3mila per le edicole nelle zone disagiate. In generale - spiega - si tratta di aiuti legati all’introduzione di servizi innovativi”.

Portare tutte le risorse per l’editoria in unico Fondo

“In sede di manovra di Bilancio - puntualizza Barachini - spero di riuscire a trovare la quadra per portare tutte le risorse per l’editoria, oggi frammentate in vari provvedimenti, all’interno di un unico Fondo”. Il Fondo straordinario ha una dotazione di 140 milioni, “e le risorse sono salite rispetto ai 90 milioni del 2022” spiega Sottosegretario con delegato all’editoria a IlSole24 Ore.

“Tutto avviene a valle di un lavoro iniziato con l’insediamento del governo di cui faccio parte. È evidente - precisa - che la prima cosa da fare è stata operare una ricognizione di misure e risorse a disposizione. La seconda indagine è stata fatta ascoltando istanze e bisogni dell’editoria tradizionale e di quella digitale. Alla base c’era e c’è la necessità di accompagnare integrazione, innovazione e occupazione. Sono i tre concetti chiave”.

Editori: raddoppia il contributo per copia diffusa

“Nella ripartizione del Fondo straordinario - prosegue Barachini nell’intervista a il Sole24Ore - abbiamo innalzato il contributo per le copie cartacee, che rappresentano il cuore dei costi, ma anche del business per gli editori. Abbiamo più che raddoppiato la dote, da 28 a 60 milioni di euro, facendo salire il contributo per copia diffusa a 10 centesimi. E abbiamo rafforzato la cifra a disposizione per le nuove assunzioni strutturandola diversamente".

Tra le misure a sostegno dell'occupazione, prosegue Barachini, "abbiamo previsto un contributo di 10mila euro per le assunzioni under 36 e di 14mila euro per la trasformazione dei contratti a tempo determinato e co.co.co in tempo indeterminato. In totale una dote di 15 milioni di euro. Infine c’è tutto il sostegno agli investimenti in tecnologie e infrastrutture tecnologiche. Qui il contributo complessivo, che va a coprire fino al 70% delle spese sostenute, l’abbiamo alzato da 35 a 55 milioni. Destinati ad agenzie, quotidiani, emittenti nazionali e locali e radio”.

Nuove regole per le Agenzie di Stampa

Con il Fondo Straordinario per l’Editoria cambiano anche le regole per le Agenzie di Stampa. “Abbiamo voluto modificare proprio la filosofia di fondo dell’intervento pubblico. Per i sostegni si seguivano criteri del 2017. Poi sempre prorogati. Da tempo si parla della necessità di rivedere questa impostazione. Un comitato presieduto da Sabino Cassese ci ha aiutato in questo lavoro per andare verso un vero sostegno all’informazione primaria”.

Per quanto riguarda nello specifico le Agenzie, è stato “previsto - spiega Barachini nelll'intervista - un elenco di rilevanza nazionale: si devono avere almeno 50 giornalisti articolo 1 a tempo indeterminato. E abbiamo individuato anche parametri incentivanti: assunzione di giornalisti fino a 35 anni di età, investimenti in tecnologie, collaborazioni con agenzie estere. In questo quadro abbiamo pensato di valorizzare ogni giornalista in più rispetto alla soglia dei 50. E c’è una altra novità: fra i criteri di base ci sarà anche l’istituzione di un Garante sulle fake news. Le risorse complessive - conclude - sono di 46 milioni annui e naturalmente ci sarà spazio per le agenzie specialistiche che potranno partecipare a specifiche procedure di gara”.

Nuova campagna Fieg contro la disinformazione

03 Luglio 2023

“Nel mare tempestoso della cattiva informazione, vai in edicola e tuffati nei quotidiani, immergiti nell’attualità in modo sicuro, traccia una buona rotta per le tue opinioni e sali a bordo delle notizie attendibili”: sono alcuni dei messaggi lanciati dalla Fieg, Federazione italiana editori giornali, attraverso una nuova campagna contro il dilagare delle fake news.

La campagna (in alto un'immagine del video), che ha il patrocinio di Fondazione Pubblicità Progresso, invita gli italiani alla lettura dei giornali, cartacei e online, in quanto garanzia di una informazione attendibile e verificata, unico baluardo contro la disinformazione.

Purtroppo, con le notizie false dobbiamo convivere: sono diventate parte integrante dell’ambiente digitale che frequentiamo giornalmente, specie quando navighiamo e ci informiamo sui social, dove molto di quello che leggiamo è artefatto.

Proteggersi è doveroso, specie quando la disinformazione si diffonde in ambiti particolarmente delicati come la salute, l'alimentazione o le tematiche ambientali. Una necessità di tutela che diventa ancora più urgente con l’introduzione dell’Intelligenza artificiale, che rende più difficile, se non impossibile, riuscire a distinguere le notizie false da quelle vere.

La ricerca di un'informazione attendibile e verificata è dunque destinata ad avere un valore sempre più alto e i quotidiani cartacei - realizzati da chi si occupa di informazione per mestiere - diventano un punto di riferimento per chi vuole affidarsi ad informazioni attendibili.

Crescono gli italiani che si informano sul web

26 Giugno 2023

Nel 2022, rispetto al 2021, è rimasta stabile la quota di lettori di quotidiani. Gli uomini, più delle donne, hanno l’abitudine di leggere quotidiani e, per entrambi i sessi, i maggiori lettori di quotidiani appartengono alla fascia d’età più adulta (45 anni e più).

Come emerge dal grafico riportato in alto, è invece aumenta la lettura di giornali, informazioni e riviste su Internet, coinvolgendo circa il 44,9% della popolazione da 43,6% dell'anno precedente. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi mentre la fascia di età più attiva è risultata dei più giovani, ossia quella tra i 25 ei 44 anni (poco più del 62,0%).

Un trend di crescita, come evidenziato dal grafico, che prosegue ininterrotto dal 2017 e che riduce il gap che ancora separa l'Italia dagli altri Paesi dell'Ue. Su scala europea, infatti, l’Italia occupa la penultima posizione nell’utilizzo della rete finalizzato alla fruizione di contenuti culturali.

Sono alcuni dei dati contenuti nella pubblicazione online dell’Istat “Noi Italia” che dal 2008 offre, attraverso una selezione di oltre 100 indicatori statistici, un quadro d’insieme sulla realtà del nostro Paese riguardante vari aspetti (ambientali, demografici, economici e sociali), tenendo conto delle differenze regionali e del contesto europeo.

Su base territoriale, nel Nord la lettura dei quotidiani ha coinvolto una percentuale più alta di residenti, in particolare nel Nord-Est (34,0%). Nel Mezzogiorno ha fatto eccezione la Sardegna, dove la quota di lettori di quotidiani cartacei ha superato quella di alcune Regioni settentrionali (35,5%), così come la quota dei “lettori forti” (il 40,4% della popolazione di 6 anni e più ha letto quotidiani cartacei 5 o più volte a settimana).

Calano i lettori di libri

Sempre dai dati dell’Istat è emerso che nel 2022, rispetto all’anno precedente, è diminuita la quota di lettori di libri, pari al 39,3% della popolazione di 6 anni e più. Tale percentuale era al 40,8% nel 2021.

Tra questi, il 44,4% ha letto l'anno scorso fino a 3 libri, mentre i “lettori forti” (12 o più libri letti in un anno) sono stati il 16,3%. Viene inoltre confermato che la lettura di libri è soprattutto prerogativa dei giovani nella fascia d’età tra gli 11 e 24 anni e delle donne. A livello geografico, il Mezzogiorno ha registrato una minore propensione alla lettura (27,9%), con l’eccezione della Sardegna (40,0%).

Rimane stabile la quota di persone che utilizzano Internet per leggere o scaricare e-book. La lettura dei libri in formato digitale è più diffusa tra i giovani, tra i quali si registra un ampio divario di genere: il 31,5% delle femmine nella fascia d’età tra i 20 e i 24 anni legge o scarica libri online o in formato e-book, rispetto al 23,1% dei coetanei maschi

Nel 2021, la quota di titoli pubblicati a stampa per i quali è disponibile anche una versione e-book è stata pari al 42,5%, ma solo il 13,7% degli utenti di Internet ha utilizzato la rete per accede ai libri in formato digitale, una percentuale che è rimasta stabile rispetto all’anno precedente.

Cresce lo svago fuori casa

Con la pandemia finalmente sotto controllo, nel 2022 le famiglie italiane sono tornate alla fruizione delle attività culturali fuori casa, sottraendo con ogni probabilità tempo alla lettura.

Nel 2021, le famiglie italiane avevano destinato mediamente alla spesa per ricreazione e cultura il 6,3% della spesa complessiva per consumi finali, a fronte di una media europea dell’8,0%. Nel 2022 tale spesa è aumentata sensibilmente. In particolare, le Regioni in cui le famiglie hanno destinato a consumi culturali e ricreativi una quota maggiore della spesa finale sono: Piemonte (7,5%), Trentino Alto Adige/Südtirol (7,2%), Emilia-Romagna (7,1%).

Gli incrementi più consistenti hanno riguardato soprattutto la visione di spettacoli cinematografici (30,6 % delle persone di 6 anni e più, rispetto al 9,1% del 2021), le visite a musei e mostre (22,6% delle persone di 6 anni e più, rispetto all' 8,9% del 2021), a siti archeologici e monumenti (20,7%, rispetto al 10,3% del 2021) e la partecipazione a spettacoli sportivi (18,7%, rispetto al 5,6% del 2021).

Bonus edicole 2022: avviata erogazione fondi

22 Giugno 2023

L’attesa è finita. Il Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria ha iniziato da oggi ad accreditare agli aventi diritto i fondi relativi al Bonus edicole 2022. Invitiamo quindi chi ha inoltrato la domanda per il Bonus edicole 2022 a verificare che l’accredito sia avvenuto correttamente.

Ricordiamo che il contributo – come precisato dal Dipartimento – è erogato al netto della ritenuta IRES.

Bonus edicole 2023, previsto il rimborso delle spese

Come ha anticipato la dott.essa Stefania Palamara, direttore dell’Ufficio per il sostegno all’editoria del Dipartimento dell’Informazione e dell'Editoria, durante il convegno “La filiera della carta stampata: tracciamo il futuro insieme” organizzato martedì scorso da Confcommercio Lecco, anche per il 2023 è previsto un bonus forfettario alle edicole che, a differenza di quello del 2022, consentirà anche di rimborsare parte delle spese sostenute nel 2023.

“Per compensare il fatto che non è stato prorogato il credito d’imposta alle edicole”, ha detto la dott.essa Palamara, con il Bonus edicole 2023 “verrà previsto un contributo che rimborsa fino ad una certa quota percentuale quelle stesse spese che erano oggetto dell’imponibile per poter attivare il credito d’imposta, ossia spese per IMU e altri tributi sui locali delle rivendite, ma anche per acquisto pos e registratori di cassa”.

Le scadenze fiscali del mese di luglio

20 Giugno 2023

Riportiamo il calendario fiscale realizzato dagli esperti di Confcommercio con evidenziati i prossimi appuntamenti con il fisco. Uno strumento utile per ricordare a imprese, ditte individuali e partite IVA le principali scadenze fiscali e rimanere sempre aggiornati su quando pagare imposte e tasse, versare i contributi dovuti, inviare i dati richiesti dall'Agenzia delle Entrate.

DOMENICA 17 LUGLIO

IVA E RITENUTE ALLA FONTE - Ravvedimento - Tardivo versamento - Entro 30 giorni dalla scadenza.

IVA - Imposta risultante dalla dichiarazione annuale - Rateizzazione.

IVA – Contribuenti mensili - Mese di giugno 2023 - Versamento - Pubbliche amministrazioni e soggetti con fatture “split payment” - Versamento dell’imposta.

IMPOSTE SUI REDDITI - Ritenute alla fonte - Versamento.

ADDIZIONALI REGIONALE E COMUNALE ALL'IRPEF - Redditi di lavoro dipendente e assimilati - Versamento.

IMPOSTA SULLE TRANSAZIONI FINANZIARIE - c.d. "Tobin Tax" - Versamento.

ACCISE - Pagamento dell'accisa sui prodotti energetici immessi in consumo nel mese precedente.

IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI - Versamento con Modello F24 - Imposta intrattenimenti relativa ad attività svolte con carattere continuativo nel mese precedente.

MARTEDÌ 24 LUGLIO

MODELLO 730 - Dichiarazione - Presentazione tramite sostituti di imposta, CAF o professionista abilitato - Trasmissione all’Agenzia delle Entrate - Consegna al contribuente della dichiarazione.

MARTEDÌ 25 LUGLIO

IVA - Scambi intracomunitari - Elenchi INTRASTAT mensili e trimestrali - Presentazione elenchi riepilogativi di cessioni di beni e servizi intracomunitari Modello Intrastat relativi al mese di giugno 2023 per i contribuenti tenuti alla presentazione mensile e al secondo trimestre 2023, per i contribuenti tenuti alla presentazione trimestrale.

MERCOLEDÌ 31 LUGLIO

DEFINIZIONE AGEVOLATA - Cosiddetta "rottamazione-quater" delle cartelle di pagamento dal 2000 al 2022 - Versamento unica soluzione o prima rata.

DEFINIZIONE AGEVOLATA - Cosiddetta "rottamazione-ter" delle cartelle di pagamento dal 2000 al 2017 - Versamento rata.

DEFINIZIONE AGEVOLATA - Cosiddetta "rottamazione-ter" delle cartelle di pagamento dal 2000 al 2017 (Riapertura dei termini) - Versamento rata.

DEFINIZIONE AGEVOLATA - Carichi affidati all'agente della riscossione a titolo di risorse proprie dell'Unione europea - Versamento rata.

IRES / IRAP - Imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali - Versamento con maggiorazione.

IRPEF / IRAP - Imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali - Persone fisiche e società di persone - Versamento con maggiorazione.

IRES / IRAP - Dichiarazione Modello Redditi e dichiarazione IRAP - Adempimenti collegati - Termini di presentazione e di versamento.

CEDOLARE SECCA - Imposta sostitutiva - Versamento con maggiorazione del saldo e della prima rata d’acconto.

IVA - Adeguamento ai fini degli ISA - Versamento con maggiorazione (importo rateizzabile).

IVA - Regime speciale per i servizi e per le vendite a distanza - Dichiarazione trimestrale e versamento.

IVA - Acquisti intracomunitari da parte di enti, associazioni ed altre organizzazioni di cui all’art. 4, quarto comma, D.P.R. n. 633/1972 - Dichiarazione e versamento.

IVA - Rimborsi trimestrali - Presentazione domanda di rimborso o di utilizzazione in compensazione.

REGISTRO - Contratti di locazione ed affitto di beni immobili - Versamento imposta.

ACCISE - Gas naturale - Versamento della rata d’acconto mensile.

Editoria digitale sotto pressione

19 Giugno 2023

Un settore sotto pressione, alla perenne ricerca di nuove modalità di crescita e di profitto e che deve fare i conti con il ricambio generazionale di lettori, nuove abitudini d’informazione ed un aumentato costo della vita: le sfide per l’editoria digitale non finiscono mai e la transizione dal cartaceo all’online rimane un passaggio ricco di insidie con i vecchi modelli fuori uso e i nuovi modelli che non danno i risultati sperati.

É la sintesi di quanto emerge dalla nuova edizione del Digital News Report 2023, una dettagliata analisi a cura del Reuters Institute sui comportamenti dei lettori nei confronti dei mezzi di informazione digitali, giunta alla dodicesima edizione.

Cresce l’informazione attraverso i social

Nei 46 Paesi presi in considerazione, che rappresentano oltre il 50% della popolazione mondiale, i media tradizionali, come la tv e la carta stampata, continuano ad avere un trend discendente di utilizzo, ma l’online e i social non riescono a colmare il gap.

Nel frattempo cambia anche l’informazione sul digitale. L’accesso diretto alle notizie attraverso le app e i siti online diventa sempre meno rilevante mentre cresce, specie tra i più giovani, l’accesso alle notizie attraverso social media, motori di ricerca e aggregatori di notizie.

Non decollano i podcast continuano: continuano a riscuotere successo verso un pubblico istruito e più giovane, ma nel complesso rimangono un'attività minoritaria, osserva il rapporto. Circa un terzo delle persone (il 34%) accede ad un podcast mensilmente (dato basato su un gruppo di 20 Paesi) ma solo il 12% accede a un programma di notizie e attualità.

Solo il 17% dei lettori paga per le notizie online

Chi accede alle notizie online, lo fa con una frequenza inferiore rispetto al passato: solo il 48% degli intervistati dice di essere molto o estremamente interessato all’informazione, un dato in calo rispetto alla percentuale del 63% del 2017.

Tra i 20 Paesi più ricchi del campione, in media solo il 17% dei lettori paga per leggere notizie online. In questo caso, i Paesi dove gli utenti pagano di più per le news online sono Norvegia (39%) e Svezia (33%), gli Stati Uniti si attestano al 21%, Germania e Francia all'11%, Giappone e Regno Unito 9%.In Italia la percentuale di lettori disposta a pagare per le news online è ferma al 12%, lo stesso valore di 12 anni fa.

E anche tra chi è disposto a pagare, ossia chi è abbonato a news online, crescono i lettori che nell’ultimo anno hanno deciso di annullare (23% degli intervistati) o rinegoziare (23% degli intervistati) il proprio abbonamento, cercando condizioni economiche più convenienti, complice l’impennata dell’inflazione che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie.

Cala la fiducia nelle notizie online

Il rapporto certifica inoltre un calo mondiale della fiducia nelle notizie: la percentuale di chi si fida di quanto legge online si attesta al 40%, rispetto al 42% del 2022.

La Finlandia è il Paese con i livelli di fiducia più alti nelle notizie (69%), la Grecia è quello con i livelli più bassi (19%). L'Italia si attesta al 34%, gli Stati Uniti al 32% registrando un aumento di 6 punti rispetto al precedente rapporto.

Il 56% dei lettori non riesce a distinguere notizie vere dalle false

Secondo l’analisi del Reuters Institute, il 56% degli utenti afferma di essere preoccupato perché non riesce a distinguere la differenza tra notizie reali e false su Internet. E chi dice di utilizzare principalmente i social media come fonte di notizie è molto più preoccupato dalla disinformazione (64%) di chi non li usa affatto (50%).

Si avverte inoltre un certo scetticismo sull'uso degli algoritmi per la selezione delle news attraverso i motori di ricerca, i social media e le altre piattaforme online: scende al 30% la percentuale di chi ritiene positivo che sia un algoritmo a selezionare le notizie, una percentuale inferiore del 6% rispetto al 2016.Non solo. Circa il 65% dei più giovani (under 35) e il 55% dei più anziani (over 35) ha messo in pratica tentativi per “depistare” l’algoritmo.

Il rapporto riscontra anche una scarsa partecipazione e interazione alle notizie online: lo fa il 22% degli utenti, in diminuzione del 10% rispetto al 2016. Circa la metà (47%) degli intervistati non partecipa affatto alle notizie online. Nel Regno Unito, in Spagna e negli Stati Uniti, la percentuale di partecipanti attivi è diminuita di oltre 10 punti dal 2016.

Facebook perde quota, sale Tik Tok

Per quanto riguarda i social network, Facebook resta il più utilizzato ma diventa sempre meno rilevante come fonte di informazione. Solo il 28% delle persone intervistate afferma di aver avuto accesso alle notizie tramite il social di Mark Zuckerberg, nel 2016 era il 42%.

Al contrario, TikTok guadagna terreno tra i giovani a conferma che i contenuti video sono sempre più importanti anche per le notizie. Non a caso TikTok è il social network che registra la crescita più rapida: è utilizzato in generale dal 44% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni, lo usa per le notizie il 20%. La chat cinese è più usata in Asia, America Latina e Africa.

Inoltre, chi utilizza Tik Tok, Instagram e Snapchat dice di prestare più attenzione a celebrities, influencer e personalità dei social media piuttosto che ai professionisti dell’informazione mentre, al contrario, chi utilizza Facebook e Twitter ritiene centrale l’opinione di testate e giornalisti.

Sangalli, superare le sfide per ripartire

07 Giugno 2023

“Il nostro impegno e la nostra responsabilità restano quelli di curare, risanare, ricostruire, mettendo al centro le persone. E Confcommercio ha le persone al centro, che anche nelle stagioni più complicate, costruiscono la speranza e il nostro futuro”: con queste parole il Presidente Carlo Sangalli ha concluso il suo intervento in apertura dell’Assemblea 2023 della Confcommercio, Confederazione a cui aderisce anche SNAG, che si è svolta oggi a Roma all'Auditoriom Conciliazione alla presenza, tra gli altri, delpresidente del Senato Ignazio La Russa, dei Ministri Anna Maria Bernini (Università e ricerca), Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Daniela Garnero Santanchè (Turismo), Giuseppe Valditara (Istruzione), Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione), del presidente del Cnel Renato Brunetta, del presidente di ARERA, Stefano Besseghini, del direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, del presidente dell’Abi Antonio Patuelli dell’amministratore delegato di ENIT Ivana Jelinic.

Il Pil recupera i livelli pre-covid ma i consumi restano sotto di 20 miliardi

L’economia italiana, afferma Sangalli, “ha recuperato i livelli pre-pandemici, facendo meglio delle altre maggiori economie europee, e addirittura degli Stati Uniti” con il Pil che oggi è superiore del 2,5% rispetto al quarto trimestre 2019. E,questo, nonostante il rallentamento dei consumi, che “nella media 2022 risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019", “a causa di un’inflazione che continua a mordere”.

Risultati positivi anche sul fronte dell’occupazione, dove peraltro la crescita è da imputare per tre quarti, negli ultimi due anni, proprio alle imprese del terziario di mercato. Un settore, sottolinea Sangalli, che "sta vivendo una persistente carenza di personale".

Come sottolinea il Presidente di Confcommercio, "nel turismo e nel commercio, mancano, ad esempio, rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori. E per oltre il 40 per cento, vi è un concreto rischio che la domanda non possa essere soddisfatta, soprattutto per la mancanza di competenze. Occorre, allora, intervenire per colmare la distanza tra formazione ed esigenze delle imprese, così come per programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati".

Le sfide per il Paese e per il terziario

Tante sono le sfide che l’economia in generale e il terziario in particolare hanno di fronte e che abbracciano vari campi: per esempio l’emergenza sud (“se non riparte bene il Sud, non riparte bene il Paese”, ma anche il salario minimo (“la risposta più efficace sta proprio nella valorizzazione erga omnes dei trattamenti economici e degli istituti del welfare contrattuale previsti dai contratti collettivi stipulati da chi realmente rappresenta il mondo del lavoro e il mondo delle imprese”); il caro-prezzi dell’energia (“servono adeguati crediti d’imposta e la riforma strutturale degli oneri generali di sistema”); gli incentivi edilizi (“occorre conciliare efficienza energetica e antisismica con la spinta alla crescita e con la sostenibilità della finanza pubblica, ma non si può dimenticare che tante nostre imprese della filiera dell’edilizia si trovano ancora ad affrontare i crediti incagliati”); il credito (“è necessario intervenire sulle garanzie, ma occorre integrare gli interventi. sia di livello europeo, che quelli dei consorzi fidi”); la moneta elettronica (“siamo da sempre a favore, ma bisogna abbassare i costi del Pos”) per citarne solo alcuni.

La questione urbana

Sanagalli ha poi posto l’accento sulla cosiddetta “questione urbana” sottolineando che “vanno tenute insieme rigenerazione urbana dell’ambiente costruito e degli spazi pubblici con la rivitalizzazione dei servizi di prossimità e con la valorizzazione del modello italiano di pluralismo distributivo”.

La convinzione è che questo sia l’unico antidoto alla desertificazione commerciale dei centri storici e delle periferie, così come delle aree interne e montane. D’altronde, “pensare al piccolo non significa pensare in piccolo, non significa chiedere politiche da riserva indiana, ma al contrario significa farsi carico delle città e dei territori come bene comune”, ha spiegato il Presidente di Confcommercio ricordando che proprio nelle città e nei territori il settore turistico gioca un ruolo decisivo: “sono lo scenario dove la cultura genera reddito, occupazione impresa. Una produzione culturale libera deve poter stare sul mercato, senza dipendere solo dal finanziamento pubblico, pur necessario alla sua missione”.

Avanti tutta con la riforma del fisco

E poi c’è la riforma del fisco che Confcommercio condivide nella convinzione che “non è più tempo di ‘manutenzioni ordinarie’ " ma proprio per questo “occorre proseguire il confronto strutturato con le parti sociali”. E tra gli aspetti su cui intervenire, Sangalli si sofferma sulla web tax (“non capiamo perché un piccolo commerciante debba pagare le tasse, tutte e subito, mentre questo non succede per le grandi piattaforme globali”), sulla possibile introduzione della cedolare secca anche per le locazioni commerciali (“bene, ma vogliamo essere chiari: se si riduce il costo per i proprietari vanno anche tagliati i costi degli affitti”) e sul superamento dell’Irap, (“occorre un adeguato approfondimento, perché c’è il rischio che a pagare siano le imprese più dinamiche ed efficienti”), e la razionalizzazione dell’Iva (“ma non dovrà mai tradursi in un incremento della tassazione indiretta su beni e servizi”).

Più attenzione dall'Europa

Per rilanciare l’economia italiana serve anche un intervento da parte dell’Europa. Per superare “le incertezze, le emergenze e le sfide dei tempi che stiamo vivendo”, dice il Presidente di Confcommercio, serve “una riforma strutturale del Patto europeo di stabilità e crescita che sappia davvero tenere insieme miglioramento delle finanze pubbliche, riforme ed investimenti” e una lotta convinta all’inflazione “non solo attraverso politiche monetarie, ma anche con una strategia europea per la competitività”.

Intelligenza artificiale: l’Europa chiede più trasparenza

06 Giugno 2023

Il mondo politico si interroga sui pericoli che l’Intelligenza artificiale può determinare sull’informazione, e in particolare sulla possibilità di amplificare la circolazione di notizie false in rete, ma anche sulla carta stampata. Un intervento è d’obbligo per tutelare i lettori e per mantenere quel rapporto di fiducia che lega ogni testata, cartaceo e/o online, al suo pubblico e l’Europa ha già spianato la strada.

Barachini, servono al più presto regole

Dal recente Festival dell’Economia di Trento, il Sottosegretario all’editoria Alberto Barachini ha parlato dell’urgenza di delineare regole certe per contenere gli effetti dell’AI sottolineando che “se non avremo la possibilità di certificare un’informazione che arriva da una fonte giornalistica e da una persona fisica e una che arriva dall’intelligenza artificiale, rischiamo di innescare un processo di cui saremmo vittima senza quasi rendercene conto”.

Per questo motivo, secondo Barachini è necessario che l’Europa fissi al più presto regole chiare, già nelle prossime settimane o mesi e comunque entro la fine dell’attuale legislatura (giugno 2024, ndr), perché non c’è tempo da perdere.

Ai Act, passi avanti sul fronte legislativo

L’Europa sta facendo passi avanti sull’approvazione dell’Ai Act, ossia la normativa europea che intende regolamentare l’intelligenza artificiale nei paesi dell’Unione. Dopo una discussione che è durata quasi due anni, il processo legislativo sta avanzando e l’Ai Act ha già ottenuto il via libera da parte delle principali Commissioni parlamentari del Parlamento europeo. Le prossime tappe sono l'adozione in plenaria, con il 14 giugno fissato come data provvisoria, e poi la fase finale con i negoziati con il Consiglio e la Commissione europea.

Si tratta di una normativa molto rilevante, con un valore simile a quello della normativa sulla privacy e che vuole introdurre criteri di trasparenza nell’utilizzo dell’Ai.

L’Ai entra nel Codice di condotta Ue sulla disinformazione,
che dal 25 agosto diventa un obbligo

L’Intelligenza artificiale potrebbe rientrare in un capitolo apposito del Digital Service Act (DSA) che – insieme al Digital Markets Act (DMA) – rappresenta lo strumento legislativo con il quale l’Unione Europa punta a creare uno spazio digitale più sicuro per gli utenti, grazie anche al Codice di condotta sulla disinformazione, e ad assicurare condizioni di parità per le imprese.

La vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova, responsabile per i Valori e la Trasparenza, è infatti convinta che, al fine di contrastare la diffusione di notizie false, le grandi piattaforme di internet che utilizzano contenuti realizzati con strumenti di intelligenza artificiale generativa siano tenute a etichettare tali contenuti.

Per questo la Jourova ha annunciato di aver chiesto ai firmatari del DSA di creare una sezione dedicata e separata all’interno del Codice di condotta Ue sulla disinformazione, un codice non vincolante al quale decine di aziende hi-tech e social, tra cui Facebook, Microsoft, Google, YouTube e TikTok, hanno deciso di attenersi.

Dal prossimo 25 agosto, con l’entrata in vigore del DSA, le società hi-tech saranno dunque obbligate a conformarsi a tale Codice e, si spera, anche a nuove regole che riguardano l’Intelligenza artificiale. In questo ambito gli occhi sono puntati su Twitter, dopo che la società – che Elon Musk vorrebbe trasformare in un sito di informazioni online tra i più affidabili – l’anno scorso si è ritirata dal Codice di condotta europeo.

In arrivo un Codice di condotta condiviso da Europa e Stati Uniti

Qualche giorno fa, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Ue-Usa su commercio e tech che si è svolta in Svezia, la Vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, e il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, hanno annunciato che Unione Europea e Stati Uniti presenteranno nelle prossime settimane “una prima bozza per un codice di condotta comune sull’intelligenza artificiale”.

Il codice dovrebbe anticipare l’entrata in vigore dell’Ai Act e sarà su base volontaria.

Primi 4 mesi in crescita per la pubblicità sulla carta stampata

31 Maggio 2023

Nel periodo gennaio-aprile gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata hanno registrato nel complesso un lieve aumento dello 0,7% sfiorando i 168 milioni di euro in valore, come emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio Stampa resi noti da FCP- Federazione Concessionarie Pubblicità.

Dopo la frenata del 2022, il 2023 è dunque partito in recupero e i dati del periodo gennaio-aprile confermano il trend positivo.

Cala la raccolta sui quotidiani

L’interesse degli inserzionisti non è stato però omogeneo e le preferenze sono andate soprattutto a mensili e altre periodicità, a spese di quotidiani e settimanali.

Scendendo infatti nel dettaglio, nel periodo gennaio-aprile i quotidiani registrano una raccolta in calo dell’1,6% rispetto all’analogo periodo di un anno fa. Andando a vedere le singole tipologie, si registra la performance positiva della pubblicità Commerciale (più 1,6%) e di quella Legale (più 8%). Prosegue invece la flessione per le altre tipologie: Commerciale locale (meno 2,1%), Finanziaria (meno 18%), Classified (meno 15,1%).

...e anche sui settimanali

Passando ai periodici, l’andamento degli investimenti pubblicitari vede nel complesso un incremento del 6,8%.

Al dato hanno contribuito, tuttavia, la flessione del 3,9% della raccolta pubblicitaria sui settimanali, più che compensata dall’aumento di quella sui mensili e sulle altre periodicità, in crescita rispettivamente del 16,4% e del 76,7%.

L’economia italiana corre più di quella di Germania e Francia

Un contributo alla buona tenuta degli investimenti pubblicitari sulla carta stampata è certamente arrivato dall'andamento migliore delle attese della nostra economia.

Proprio oggi l'Istat ha comunicato che nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% nei confronti del primo trimestre 2022. Il dato finale è migliore rispetto alla stima comunicata dall'Istat lo scorso 28 aprile e porta la crescita acquisita per il 2023 al più 0,9% sempre più vicina alla stime del più 1% indicato nel Def.

Non solo. I dati dell'Istat mostrano che la nostra economia è aumentata in termini congiunturali più di quella Francia (più 0,2%) e della Germania (meno 0,3%) e ha fatto meglio anche rispetto agli Stati Uniti (più 0,3%).

Sangalli chiede fondi europei e ristori per le imprese colpite dall’alluvione

31 Maggio 2023

Confcommercio c’è ed è vicina alle tante imprese del terziario che sono state duramente colpite dall’alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna. “Come Confcommercio, abbiamo attivato una task force confederale dedicata all'emergenza e operiamo, anche grazie alla Fondazione Orlando, per dare un aiuto tempestivo e concreto alle imprese associate danneggiate dall'alluvione attraverso contributi e la richiesta di sostegni anche per le attività indirettamente colpite”, afferma il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in un’intervista a QN dopo che nella giornata di ieri ha partecipato al Consiglio di Confcommercio regionale, a Bologna, chiamando a raccolta tutti i Presidenti e i Direttori delle Ascom dell’intero territorio.

L’Emilia-Romagna riparte è il titolo scelto per l’incontro, finalizzato a fare una prima stima dei danni dell’alluvione e ad avanzare le prime richieste di aiuto per le aziende associate gravemente colpite dall’alluvione.

Solo nel terziario "sono oltre 68 mila le imprese e più di 220 mila gli addetti colpiti nei comuni alluvionati" e “secondo le prime stime - avverte Sangalli - si parla di una cifra compresa tra i 7 e i 10 miliardi:una stima dei danni molto pesante, e con ogni probabilità destinata a crescere, che già oggi ha un’incidenza sul valore aggiunto del territorio tra il 18 e il 26%”. 

Per il numero uno di Confcommercio la priorità è quella di mettere in condizione tutto il sistema imprenditoriale di ripartire al più presto. “Bene, dunque, le prime risposte del governo, ma sottolineiamo la necessità che ci sia anche il concorso delle risorse europee per assicurare una rapida e completa ricostruzione. Occorre - aggiunge Sangalli nell’intervista a QN - anche prevedere moratorie fiscali e creditizie e adeguati ristori anche per le imprese indirettamente colpite. A livello generale, occorre mobilitare con urgenza le risorse già programmate nel bilancio pubblico per affrontare in maniera strutturale il dissesto idrogeologico di tanta parte del territorio nazionale”.

Per Sangalli è ancora più urgente intervenire considerando la particolare rilevanza economica della Regione: insieme alla Lombardia l’Emilia-Romagna “ha trainato la crescita economica del Paese nel periodo post-pandemico: con un'incidenza del Pil pari al 9,2% su quello nazionale e un tasso di crescita nel 2022 pari a 4,6%, ben superiore al 3,7% nazionale. Insomma, l'Emilia-Romagna è un fondamentale motore economico che deve tornare al più presto a funzionare a pieno regime”, afferma il Presidente di Confcommercio nell’intervista, convinto che “ricostruire in tempi stretti l'Emilia-Romagna significa anche lavorare per quel percorso di crescita più robusta e duratura di cui tutto il Paese ha bisogno”.

Per questo motivo, sottolinea ancora il Presidente di Confcommercio, “bisogna investire presto e bene tutte le risorse del Pnrr, gli ulteriori fondi europei e utilizzare gli spazi d'intervento consentiti dal bilancio italiano per sostenere innovazione e produttività. Insieme, servono le riforme per un’Italia più competitiva: da un sistema fiscale più semplice e più certo, più equo e più attento alle ragioni della crescita all'accrescimento del tasso di occupazione. Vanno resi strutturali e progressivamente rafforzati gli interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Va costruito il sistema delle politiche attive per il lavoro. E sarebbero utili – conclude – misure di detassazione degli aumenti contrattuali”.


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