Per celebrare la Giornata mondiale della libertà di stampa, che ricorre come ogni anno il 3 maggio, quest’anno FNSI, Amnesty International e Articolo21 hanno deciso di promuovere un sit-in nei pressi dell’Ambasciata della Federazione Russa, per protestare contro l’invasione dell’Ucraina e il bavaglio ai media indipendenti russi e bielorussi.
Un bavaglio ai giornalisti scomodi
Ad oltre due mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, che come tutti i conflitti è anche una guerra di propaganda, è quanto mai di attualità parlare di libertà di stampa, ossia del diritto dei giornalisti di fare il loro lavoro in autonomia e senza condizionamenti e del diritto dei cittadini ad essere informati in maniera veritiera e attendibile su quanto sta realmente accadendo attorno a loro.
Resta emblematico l’assassinio di Anna Politkovskaja, la giornalista dissidente russa ritrovata morta nel 2006 nell'ascensore della sua abitazione a Mosca, uccisa con un colpo di proiettile alla testa. Da allora poco è cambiato. Sono ancora numerosi i Paesi dove i giornalisti rischiano il carcere o addirittura di essere assassinati nell’esprimere opinioni critiche o scomode agli interessi di chi è al potere.
La libertà di stampa peggiora in Europa
Anche in Europa il quadro è peggiorato. L’anno scorso le minacce alla libertà di stampa sono aumentate del 41% rispetto all’anno precedente e per minacce non si intendono solo aggressioni fisiche e verbali nei confronti dei giornalisti. Rientrano anche le querele, le leggi che limitano l’indipendenza della stampa e pure l’assassinio, con ben 6 giornalisti uccisi l’anno scorso in Europa, secondo quanto emerge dal rapporto annuale redatto dalle varie Associazioni che gestiscono la piattaforma per la protezione dei giornalisti del Consiglio d’Europa.
… e anche in Italia
Passando all’Italia, la situazione non apparemigliore. Anche il rapporto annuale del Ministero dell’Interno fotografa un aumento delle minacce alla libertà di stampa.
In particolare, l’anno scorso sono stati 232 gli episodi di intimidazione nei confronti dei giornalisti, il 42% in più rispetto al 2020 quando gli atti intimidatori erano stati 163. Di questi 232 atti di intimidazione, quasi la metà, 113 per l’esattezza, sono riconducibili a contesti politico/sociali (49%), 93 sono riferibili ad altre fattispecie (40%) e 26 sono riconducibili a contesti di criminalità organizzata (11%).
Sempre più spesso gli attacchi ai giornalisti arrivano dal web attraverso i social o le mail. Ma non sono mancate nemmeno le aggressioni fisiche: ci ricordiamo tutti quelle rivolte ai giornalisti durante le manifestazioni di protesta contro le misure restrittive prese dal Governo per contenere la pandemia.
Moles: "la buona informazione è un diritto del cittadino"
“Difendere, tutelare e sostenere la libertà di stampa, che è il pilastro di ogni democrazia, è un dovere quotidiano di ciascuno. La buona informazione è un diritto del cittadino ed è essenziale nel contrasto alla disinformazione imperante", ha dichiarato in una nota il Sottosegretario per l'Editoria Giuseppe Moles. "In questa giornata - ha aggiunto - il mio pensiero è rivolto in particolare a quanti operano in contesti complessi, anche mettendo a repentaglio la loro stessa vita, per raccontare ciò che accade, svolgendo un servizio fondamentale”.
Senza libertà di stampa è a rischio la democrazia
“L’informazione libera e indipendente è un pilastro fondamentale delle democrazie, per costruirle, per farle vivere e rimanere autentiche”: ce lo ha ricordato di recente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Consiglio d’Europa.
Un pensiero riaffermato anche inoccasionedella Giornata mondiale della Libertà di Stampa.
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La libertà di stampa, insieme alla libertà di essere informati, è il termometro della salute democratica di un Paese. Ce lo insegnano in questi giorni i drammatici avvenimenti della guerra in Ucraina. È compito della comunità internazionale ai vari livelli rendere effettivi questi diritti", ha affermato in una nota il Capo dello Stato.
“Si tratta - ha aggiunto - di un prezzo altissimo pagato da chi è chiamato a onorare con coerenza la professione: essere testimoni di verità, attraverso le parole, le immagini”.
E anche il Papa domenica in piazza San Pietro ha voluto rivolgere alcune parole in difesa della libertà di stampa: “rendo omaggio ai giornalisti che pagano di persona per servire questo diritto. L’anno scorso nel mondo 47 sono stati uccisi e più di 350 incarcerati. Un grazie speciale a quanti di loro con coraggio ci informano sulle piaghe dell’umanità”, ha detto il Santo Padre ai fedeli.