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Agcom: nel 2023 calano i ricavi dei media. Serve una nuova legge sull'editoria

18 Luglio 2024

Nel 2023 i ricavi dei media - televisione, radio, quotidiani e periodici – hanno raggiunto la cifra di 11,449 miliardi di euro, un livello poco più basso rispetto agli 11,518 miliardi dell’anno precedente ma evidenziando una perdita di ben 746 milioni di euro rispetto al 2019, quando i ricavi superavano i 12,2 miliardi. All'interno del settore continua a crescere il peso della tv, la radio rimane sostanzialmente stabile, mentre “è in calo progressivo e strutturale la quota cumulata di quotidiani e periodici”. Sono alcuni dei dati emersi durante la presentazione della relazione annuale 2024 dell’Agcom, illustrata dal Presidente Giacomo Lasorella.

Serve una nuova legge sull'editoria

“Queste tendenze, evidentemente connesse alla rivoluzione digitale, hanno effetti molteplici, investendo le dinamiche concorrenziali, la protezione dei consumatori e anche la tutela dei princìpi del pluralismo”, ha spiegato Lasorella. “In tale prospettiva esse richiedono sempre più un allineamento delle tutele e, più in generale, delle regole, tra settore audiovisivo tradizionale e settore audiovisivo digitale. Inoltre, la situazione di quotidiani e periodici pone probabilmente al legislatore la questione di una nuova legge sull’editoria”.

Nel mese di aprile 2024, l’Autorità ha segnalato al governo l’opportunità di una riforma della disciplina relativa alle concentrazioni nella stampa quotidiana ai sensi dell’art. 3 della legge n. 67 del 1987. "Agcom ha sottolineato che i limiti ex ante stabiliti dal legislatore nel 1987 – che fanno riferimento esclusivamente alle copie cartacee – non sembrano più in grado di rappresentare le posizioni all’interno del mercato, caratterizzato oggi dalla forte integrazione tra formato cartaceo, copia digitale e servizi online".

Barachini e FNSI condividono la necessità di una nuova legge sull'editoria

L’invito al varo di una nuova legge sull’editoria è stato accolto favorevolmente da Alberto Barachini, Sottosegretario con delega all'Editoria e all’Informazione. “Il sistema dell’editoria sta cambiando in maniera vorticosa e la legge è del 1987. Qualcosa sicuramente va rivisto”, ha detto l’esponente del Governo ospite del #GeaTalk. Anche perché, ha aggiunto, “il sistema nazionale dell’informazione italiana è fragile, quindi va tutelato e difeso nell’interesse nazionale e nell’interesse anche occupazionale del Paese".

Anche la Segretaria generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Alessandra Costante, si è espressa in favore di nuova legge dell’editoria. “Da tempo la Fnsi sostiene che la legge dell’editoria e le altre norme di sistema non siano più allineate con il mondo dell’informazione” ha detto a margine della presentazione al Parlamento della Relazione annuale dell’Agcom. “Bisogna parlare - ha aggiunto - di legge della Stampa, di concentrazioni editoriali, di informazione primaria e di intelligenza artificiale in modo moderno, tenendo presente che il solo giornalismo professionale è antidoto alla disinformazione e al deep fake”.

Gli effetti globali della rivoluzione digitale

Tornando alla relazione dell'Agcom, nelle premesse del suo discorso Lasorella ha sottolineato che “nell’anno appena trascorso continuano ad essere sempre più evidenti e intensi gli effetti della rivoluzione digitale. E’ un cambio di era e di paradigmi che sta modificando la vita dei cittadini, della aziende e delle istituzioni”. Lasorella ha quindi ricordato anche che l’impatto del digitale e le sfide che impone “sono globali e l’unico modo per affrontarle è quanto meno l’ambito continentale, in costante coordinamento con l’azione dei legislatori e dei regolatori nazionali e attraverso la cooperazione tra questi ultimi”.

Lasorella ha quindi ricordato la piena operatività, negli ultimi 12 mesi, di due importanti regolamenti europei: il Digital Service Act (DSA) per i servizi digitali e il Digital Markets Act (DMA) per i mercati digitali. Ha ricordato inoltre che il 17 aprile 2024 è stato pubblicato il Regolamento europeo per la libertà dei media, noto come European Media Freedom Act (EMFA) che “introduce un quadro normativo europeo per i servizi di media allo scopo di salvaguardare la libertà e il pluralismo dei mezzi di informazione, anche per quanto riguarda i contenuti online”.

Non poteva inoltre mancare un riferimento al nuovo Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale ( il cosidetto AI Act) , che è stato approvato alla fine della passata legislatura, pubblicato lo scorso 12 luglio e che entrerà pienamente in vigore nel 2026. “Esso costituisce – ha detto Lasorella – il primo tentativo al mondo di normare questo fenomeno” con il duplice obiettivo di fare dell’Unione un ecosistema favorevole per innovazione e investimenti e, al contempo, limitare i rischi che alcune applicazioni comportano per i diritti fondamentali e la sicurezza dei cittadini e utenti europei”.

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