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Negli Usa c'è un editore che regala iPad ai lettori

20 Settembre 2021

Insolita, radicale e, fortunatamente, finora isolata la scelta fatta dall’editore americano del Chattanooga Times Free Press che ha deciso di regalare un iPad ai propri abbonati: un modo garbato per invitarli (o forse meglio sarebbe dire costringerli) a passare forzatamente alla versione digitale del quotidiano.

Da metà 2022, infatti, il quotidiano cesserà l’edizione cartacea, con un'unica uscita su carta il sabato. Negli altri giorni, invece, il giornale sarà sfogliabile unicamente dall’iPad in una replica, disponibile dalle quattro di mattina, esattamente uguale a quella cartacea, ma arricchita di quelle funzionalità che solo il digitale può offrire.

Una conversione – costata nel complesso 6,1 milioni di dollari, di cui 4,4 milioni per l’acquisto degli iPad – che si è resa necessaria per mantenere profittevole il quotidiano. E soprattutto per fare in modo di poter continuare a informare i lettori di Chattanooga, una delle cittadine più popolose del Tennessee, attraverso un giornalismo di qualità.

Questa la giustificazione dell’editore Walter E. Hussman Jr., presidente di WEHCO Media Inc, una holding di comunicazioni che controlla 14 quotidiani (tra cui il Chattanooga Times Free Press), 11 settimanali e 13 canali tv via cavo in sei diversi Stati americani.

Hussman ha dunque preferito tagliare i costi di stampa e di distribuzione piuttosto che ridurre lo staff giornalistico o il numero di pagine del quotidiano, riuscendo in questo modo a mantenere invariata la copertura degli avvenimenti e garantendo quella funzione di vigilanza sulle istituzioni locali che si era ritagliato nel tempo.

Chattanooga Times Free Press è uno dei principali quotidiani della zona, la cui diffusione arriva fino alla Georgia. Esso nasce a inizio 1999 dalla fusione di due giornali rivali: Chattanooga Times, la cui prima pubblicazione risale al 15 dicembre del 1869, e il Chattanooga Free Press, fondato nel 1933. A riunirli fu proprio Hussman dopo aver preso il controllo di entrambe le testate.

Ora per il quotidiano inizia una nuova avventura, che a dire il vero Hussman ha già sperimentato nel 2018 con l’Arkansas Democrat-Gazette, costretto già allora dalla necessità di tenere in vita un giornale che stava perdendo soldi. Un metodo quindi collaudato che ha permesso di creare un nuovo modello di business sostenibile con cui fronteggiare il drastico calo degli investimenti pubblicitari.

Questo è il drammatico problema. Come spiega lo stesso Hussman in un’intervista rilasciata al Chattanooga Times Free Press, nel 2006 i ricavi da investimenti pubblicitari sui giornali americani avevano toccato il picco di 47 miliardi di dollari. Nel 2017 la cifra era scesa attorno ai 12 miliardi di dollari, con Facebook e Google che erano riusciti nel frattempo a intercettare una larga fetta di mercato.

Un decremento che è proseguito. Nel 2020 i ricavi pubblicitari erano ulteriormente scesi a 8,8 miliardi di dollari secondo quanto dichiarato dal centro di ricerca Pew Research Center. Ma c’è un dato che deve far ancora più preoccupare. Per la prima volta l’anno scorso l’industria editoriale a stelle e strisce ha guadagnato più dalla distribuzione che dalla pubblicità, cosa che, peraltro, in Italia accade già da tempo.

Ma i lettori americani come hanno reagito all’“obbligo” di leggere il loro giornale su iPad? Quelli dell’Arkansas Democrat-Gazette all’inizio erano riluttanti ma poi hanno ammesso di apprezzare la nuova metodologia, ha spiegato Hussman. Certo, il passaggio ha richiesto un forte impegno di customer service e in alcuni casi sono stati necessari incontri individuali per rendere accessibile l’utilizzo della versione digitale.

Ma alla fine l’apprezzamento non è mancato: l’edizione online consente infatti di avere funzionalità che erano precluse con l’edizione cartacea. Si possono, per esempio, vedere video o sfogliare più foto a calori, mentre sull’app è disponibile l’archivio delle ultime 60 edizioni del giornale.

Siamo tutti avvisati. Non è possibile fermare il progresso. L’importante, però, è saperlo gestire.

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